Prossimo appuntamento: 11 giugno

Non di rado sentiamo parlare della Germania come il nirvana della cultura. Questa idea sembra ben radicata anche nell’immaginario dei musicisti, molto spesso desiderosi di poter svolgere gli studi in Germania, prima, e trovare un ingaggio in una delle numerose orchestre tedesche poi. Oltre al musicista – interessato in un’esperienza tedesca chiaramente anche per la posizione economica più stabile di cui un musicista può godere – numerosi sono gli amatori della musica che sono coscienti e interessati all’alto livello della cultura musicale del Paese.

Vivendo per un breve periodo a Berlino, vorrei condividere alcuni dettagli e curiosità sulla vita musicale con i nostri lettori. Per quanto in tutta la Germania troviamo importanti teatri e sale da concerto, sicuramente Berlino è il centro musicale del Paese e può vantare ben tre teatri d’opera: la Komische Oper, la Deutsches Oper e la Staatsoper. Quest’ultima è l’istituzione più antica, ubicata sul viale elegante Unter den Linden. Si tratta di un teatro all’italiana, non di sontuose dimensioni, ma di indubbio prestigio: una menzione particolare la merita anche il pubblico che assiste emozionato alle esecuzioni. Di fatto, non ho mai visto, prima della mia visita alla Staatsoper, una standing ovation tanto entusiasta in un teatro d’opera – e non si trattava né di una prima né di un’opera molto famosa. Era in scena infatti Jenufa di Janacek, un’opera di difficilissima esecuzione ( e forse anche di non facilissimo ascolto). Il repertorio ricercato e contemporaneo è un’altra delle peculiarità delle opere tedesche, ma non mancano altri tipi di sperimentazione: la Komische Oper offre per esempio le serate Opera&Dinner, per un’esperienza di teatro del tutto particolare. 

Veduta interna della Staatsoper

Oltre alle case che ospitano l’Opera, a Berlino troviamo anche altri luoghi importanti per la musica classica/colta. Tra questi la storica Konzerthaus Berlin, costruita all’inizio del XX secolo e sede  dei Berliner Philharmoniker, costruita negli anni Sessanta, vicina a Potsdamer Platz, la piazza che simboleggia la “nuova Berlino”. A istituzioni storiche come questa si aggiunge poi la Pierre Boulez Saal, fondata nel 2017 da Daniel Barenboim, che ospita numerosi concerti con i migliori solisti e cameristi di tutto il mondo, oltre ai concerti del Boulez Ensemble di vocazione contemporanea. Berlino, dunque, è una melting pot di tantissimi musicisti di chiara fama, e non solo. A momenti mi sembra di non trovarmi più in Germania; infatti la capitale differisce dal resto del Paese, in quanto ti senti totalmente inglobato nel bellissimo insieme culturale formato da gente proveniente da tutte le parti del mondo. 

Konzerthaus Berlin

Quanto all’educazione musicale in Germania giungono i migliori musicisti di tutto il mondo, desiderosi di studiare in questo Paese che può sicuramente vantare una storica educazione e cultura musicale, caratterizzata dalla precisione e dalla perfezione. I Conservatori (Musikhochschule) più illustri sono quelli delle grandi città, come Colonia, Hannover, Monaco di Baviera, e ovviamente la Hans Eisler Musikhochschule di Berlino, il quale presenta un concerto, molto spesso a pagamento, quasi tutti i giorni. Oltre ai più tradizionali Musikhochschule, vanno ricordate due Accademie di alto perfezionamento, legate ai più grandi nomi della musica: Karajan e Barenboim

Herbert von Karajan, il direttore d’orchestra forse più noto del secondo ‘900 è stato alla guida della Berliner Philharmoniker per non meno di trentacinque anni. È proprio nel contesto di questa istituzione orchestrale illustre che egli fonda l’Accademia negli anni 1970.
L’Accademia di Daniel Barenboim nasce invece dall’esperienza del West Eastern Divan Orchestra, fondata dal direttore d’orchestra assieme all’amico Edward Said nel segno dell’amicizia e pace tra Israele e Palestina. Nel 2015, dalla coraggiosa impresa di operazione culturale, prende vita anche l’Accademia, che offre il conseguimento anche del prestigioso Artist diploma e che ora è legata alla sopracitata Pierre Boulez Saal, sempre fondata da Barenboim. 

Cosa offrono per la futura vita professionale queste istituzioni prestigiose? Georg, ex-studente di contrabbasso della Karajan-Accademie, mi racconta che in realtà anche lui trova le stesse difficoltà dei musicisti “comuni mortali”, che non vantano di avere alle proprie spalle una carriera accademica stellata quanto Georg. Egli, dopo aver finito di studiare nella culla dei Berliner, ha faticato di trovare un posto fisso a Berlino ed ha dovuto cambiare città. La sua sensazione di insicurezza era quella di qualsiasi altro musicista: audizioni su audizioni (e dunque stress, ansia e una competizione spietata), nella speranza di trovare una buona posizione fissa. Inoltre, non è tutto oro ciò che luccica: i membri dei Berliner sono grandissimi artisti e musicisti di alto livello certamente, ma spesso, come mi raccontava Georg, non sono dei buoni maestri: “Si tratta di un ambiente dove, se non sei abbastanza maturo e responsabile, ti perdi perché il maestro in realtà non ti dà un metodo di studio e molto spesso non sa nemmeno come seguirti. Devi essere forte e determinato e spesso anche studiare in autonomia, sapendo di non poter aspettarti tutto dall’Accademia.”

Hans Eisler Musikhochschule di Berlino, con i suoi studenti

In Germania troviamo 129 orchestre finanziate pubblicamente. Di queste orchestre sei, tra le più prestigiose, si trovano a Berlino. Secondo una ricerca in Germania il settore del teatro è tra i settori più in alto del bilancio economico del paese. Lo Stato investe dunque tantissimo su questo settore e va infatti sottolineato che solo in minima parte i teatri si avvalgono di finanziamenti privati, come succede anche nel modello italiano. Il sistema di fundraising italiano è assai incerto e poco prevedibile, in quanto il budget può variare di anno in anno. In Germania i teatri si possono invece permettere di pianificare con largo anticipo produzioni con altissimi budget, visto che il finanziamento annuale è sempre garantito dallo Stato. 

Tuttavia, anche in Germania ci sono delle differenze nell’ammontare dei finanziamenti pubblici. Queste dipendono infatti da quanti membri, e dunque da quanti posti di lavoro, conta un’orchestra; con questo criterio, le orchestre sono divise in quattro categorie, da A a D. (Categoria A, con una massa stabile numerosa, fino alla Categoria D, comprendente meno membri.) Le orchestre di Berlino sono chiaramente tra quelle più importanti e più grandi e, dunque, sono nella categoria A. Qui gli stipendi possono arrivare tranquillamente fino a 7000 euro mensili (che è circa il triplo della paga che versa una ICO o Fondazione Lirico-Sinfonica italiana). 

Oltre alle posizioni orchestrali fisse (quelle ottenute tramite bandi/audizioni apposite) sono numerosi i musicisti che si mantengono da freelancer. Silvia è una trombonista freelancer, dunque si mantiene con lavori orchestrali a chiamata (i famosi gig). Questi possono essere collaborazioni più lunghe nell’arco di un progetto preciso (per esempio una serie di concerti sinfonici a Dubai), o più brevi: ad esempio una posizione da aggiunta in un’orchestra straniera che, volendo risparmiare, non si porta dietro tutta la propria massa orchestrale ma si affida, una volta arrivati a Berlino, a uno dei numerosi musicisti con sede nella metropoli tedesca. Dunque, come vedremo in un secondo articolo in cui vorrei raccontarvi di più della vita musicale alternativa e underground di Berlino, qui alla fine vi sono opportunità decisamente variegate.

Articolo di Anna Farkas

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